Tra i tanti settori che via via cominciano a vedere nell’industria degli NFT e della blockchain un’opportunità di sviluppo interessante, c’è anche quello dell’intrattenimento.
Tra i vari competitor che si affacciano sui possibili business da instaurare in campo NFT si ritrovano nomi e marchi di grande pregio come Warner Bros, Disney, DC e Marvel. Come tanti cominciano a comprendere, lo spazio entro cui potersi muovere per sviluppare le proprie idee nel settore degli NFT è pressocché infinito.
Questo flusso ha portato molti storici e appassionati a definire quello degli ultimi tempi e dei tempi futuri come un intrattenimento 3.0.
L’NFT ha come base concettuale la difesa della proprietà intellettuale e questo è un concetto fortemente sentito nel mondo dell’intrattenimento.
Ecco il perché di tutto questo interesse, ma ragionando su questo punto viene spontaneo domandarsi: quali diritti trasferisce l’acquisto di un NFT tra chi crea l’opera e chi la compra?
Tabella dei Contenuti
Diritti esclusivi sull’opera

Partiamo dal primo concetto che riguarda l’acquisto di un NFT. Il testo di legge al quale fare riferimento è senza dubbio quello riguardante la legge sul copyright.
Qui è stabilito infatti che il creatore di una qualsiasi opera gode di alcuni diritti riguardanti sia il proprio lavoro sia il modo nel quale viene utilizzato.
Il primo diritto è quello, appunto, di riprodurre l’opera stessa come difesa della libera professione e come della libertà d’espressione.
Il secondo diritto riguarda la possibilità di creare opere “derivate” dall’opera originaria. In seguito, la legge riconosce il diritto a distribuire copie originali o autenticate dell’opera e il diritto di riprodurre personalmente l’opera (che ricordiamo può riguardare tanto l’arte quanto la musica, basti pensare ad un brano musicale, ad esempio).
Sono, inoltre, riconosciuti il diritto alla pubblica esposizione dell’opera e alla riproduzione dell’opera in vari formati come l’audio digitale per le produzioni discografiche.
Questi sono i diritti esclusivi sull’opera dei quali ogni artista e creator gode dal momento in cui ultima la creazione della propria opera, sia essa una statua, un quadro, un brano musicale, una scultura futurista o, appunto, un NFT.
Su questi capisaldi, quindi, si basa la difesa dei diritti degli artisti e nel nostro caso, la proprietà di un NFT sia prima che dopo la vendita.
L’immagine di partenza, quindi, è quella di considerare gli NFT come qualsiasi altra opera d’arte tanto nella sua produzione quanto nella sua vendita.
Come, infatti, il diritto d’autore di un dipinto non passa da chi crea l’opera a chi la compra, così nel mondo degli NFT chi acquista non riceve in modo naturale i diritti di riproduzione o di duplicazione dell’opera. I diritti esclusivi sull’opera, quindi, tutelano l’artista che può decidere, infatti, se cedere in fase di vendita anche i diritti di proprietà.
Solo in questo caso, chi acquista l’NFT diviene al contempo proprietario dell’opera e dei diritti. Solitamente questo accade nel caso di una nicchia molto ristretta di appassionati ai quali l’artista concede condizioni di vendita esclusive come queste.
Diritti esclusivi e copyright

Dopo aver visto brevemente quali sono i diritti riconosciuti per legge ai creator che vogliono utilizzare come business per la propria attività quello degli NFT, occorre fare chiarezza su una parte di questi diritti che, più che la creazione dell’opera, riguarda i diritti d’autore.
È noto a tutti, infatti, che esistono 4 diritti che proteggono espressamente il copyright.
Il mondo NFT ha già visto battaglie legali soprattutto su questi diritti, ovvero: il diritto di riprodurre l’opera, il diritto di duplicarla, il diritto di distribuirla e di mostrarla pubblicamente.
L’argomento dei diritti d’autore è particolarmente sentito da parte di chi investe nel mondo del business in generale, questa tendenza però si riverbera anche nel mondo NFT.
In merito al diritto di riprodurre un’opera, in questo caso senza autorizzazione da parte dell’artista, è possibile citare il contenzioso tutt’ora in fase di sviluppo tra Nike e StockX.
Il colosso del mondo dell’abbigliamento sportivo ha infatti intentato causa al famoso store online per la vendita di scarpe per aver, a suo dire, venduto NFT propri di Nike senza autorizzazione, i famosi NFT Vault.
StockX avrebbe intenzionalmente utilizzato il marchio Nike riconosciuto a livello globale per coniare NFT propri e così facendo avrebbe provocato confusione nei consumatori.
Quelli citati brevemente qui sono solo alcuni degli esempi che si possono fare per comprendere quanto sia importante e prezioso il copyright nel mondo NFT e quanto questo settore difenda a denti stretti il diritto d’autore al fine di tutelare in primo luogo l’artista, anche più della sua opera.
La licenza NFT

Tutto, quindi, sembra ruotare attorno al concetto di licenza. Nell’acquisto di un NFT la maggioranza degli artisti preferisce non cedere oltre che la proprietà dell’NFT anche i diritti o la licenza e la conseguente commercializzazione.
Questo accade per livelli di transazioni più o meno bassi. Non si esclude, però, che ad alti livelli, l’artista possa cedere la licenza ad un gruppo ristretto di clienti che hanno dimostrato nel tempo passione per il lavoro dell’artista e per il marchio.
Esempi come CryptoPunks o Meebits hanno infatti introdotto la cosiddetta licenza NFT che fornisce a chi acquista l’NFT la possibilità di disporre dell’NFT e quindi di copiarlo o esporlo a fini commerciali.
Ovviamente c’è un limite che continua a tutelare l’artista in quanto queste condizioni coesistono sempre con un limite d’entrate lorde annuali che l’acquirente può “fatturare”.
Bored Ape Yacht Club (BAYC)
Il primo esempio riguarda Bored Ape Yacht Club più conosciuto con l’acronimo BAYC. Yuga Labs ha infatti rotto con quella filosofia chiusa riguardo al copyright consentendo ai tutti quelli che divengono titolari del marchio di commercializzare il prodotto acquistato.
Grazie a questa impostazione, o a questa strategia di business, chi acquista la sua Bored Ape, diviene titolare di una licenza illimitata che permette di creare opere derivate in modo del tutto legale ma soprattutto senza alcun limite di guadagno.
È utile sottolineare che in questo caso, l’artista continua a conservare una certa posizione di superiorità rispetto all’acquirente in quanto mantiene l’esclusività nell’utilizzo del proprio logo. La possibilità che viene offerta qui è appunto quella di creare opere “derivate” dall’arte oggetto d’acquisto.
World of Women (WoW)
Un secondo esempio riguarda inoltre World of Women. All’interno di questo progetto, l’acquirente diventa titolare di tutti i diritti compresi i copyright. Tuttavia, le condizioni commerciali impongono a chi compra l’NFT di non utilizzarlo a fini commerciali.
Cosa sono gli NFT "Royalty-Free"?

Un ulteriore problema da risolvere nel settore degli NFT riguarda le royalty da devolvere all’artista nel momento successivo alla prima vendita della propria creazione. In generale, le royalty riguardano i compensi che un’azienda o un marchio riceve per la concessione d’utilizzo dei propri brevetti o dei propri prodotti.
Analogamente, le royalty NFT corrispondono all’artista una percentuale di guadagno per ogni vendita che ha ad oggetto la propria opera.
In questo scenario, gli NFT royalty-free rappresentano una vera novità in quanto non prevedono tale percentuale da corrispondere per ogni transazione eseguita con l’NFT in questione.
ZINU è infatti la realtà che per prima ha voluto introdurre quest’opzione con i suoi NFT in 3D animati.
Plagio e violazioni del copyright

Alcuni punti da chiarire riguardano i fenomeni di plagio e violazioni dei copyright.
Si parte da un presupposto pressoché recepito da tutti gli utenti che operano nel settore NFT, ovvero che: l’acquisto di un NFT risulta essere sicuro e inviolabile per quello che riguarda i soggetti che concludono la transazione tanto chi vende quanto chi compra.
Quello che resta da stabilire è se chi vende sia l’effettivo autore dell’opera. Purtroppo non si rinvengono molte fonti giuridiche in merito e questo ha dato luogo, nel tempo, ad accadimenti che hanno visto utenti vendere NFT senza alcuna indicazione specifica il che ha fatto presupporre che chi vendeva fosse l’effettivo autore dell’NFT.
Questo rappresenta un istituto giuridico conosciuto come plagio che rappresenta una violazione della paternità dell’opera.
Questo ragionamento porta ad un’ulteriore deduzione, ovvero che chi vende, trattandosi di plagio, non è possessore dei diritti d’autore e quindi non può disporne.
Chi acquista tale prodotto, anche se lo smart contract contiene licenze apposite, non diventa proprietario di alcun diritto intellettuale sull’opera perché chi vende non ne è l’autore.
Esempi di questioni legali con gli NFT

SpiceDAO rappresenta senza alcun dubbio l’esempio più chiaro per far comprendere quanto sia importante in fase di acquisto verificare le effettive condizioni di vendita di un oggetto, di un’opera o di un NFT.
La società SpiceDAO aveva infatti speso oltre 3 milioni di dollari per il manoscritto Dune dal quale avrebbe poi tratto contenuti e una serie animata originale ispirata al racconto del manoscritto.
Quello che SpiceDAO non aveva compreso era che con l’acquisto del manoscritto non concedeva alcun diritto d’autore né alcuna autorizzazione a disporne per la creazione di ulteriori contenuti da commercializzare.
Ancor prima di questa causa, c’è un precedente che vede il regista Quentin Tarantino in causa contro Miramax.
Il regista e la società avevano in comune il pluripremiato progetto filmografico Pulp Fiction. Sulla scia del successo del film, Tarantino aveva annunciato di voler vendere 7 NFT riguardanti le sceneggiature inedite del film con i commenti personali del regista sulle scene.
La casa produttrice ha intentato causa contro il regista per aver violato il copyright del film del quale era detentrice oltreché per aver provocato confusione tra i consumatori inducendoli a credere che Miramax avesse autorizzato tale vendita.
Conclusioni
Indubbiamente siamo agli inizi di una splendida collaborazione tra il mondo degli NFT e quello dell’intrattenimento.
Ci sono molte possibilità di creare progetti anche a lungo termine che diano ottimi risultati ma quello che la tecnologia legata agli NFT deve continuare a sostenere è la tutela dell’artista e dell’opera.